Riportiamo un testo che è stato pubblicato su "Repubblica" nella rubrica della posta dei lettori. E' di una nostra vecchia conoscenza.
Buona lettura!
Domenica scorsa, ora di pranzo. Torno a casa da Messa. Mia moglie mi dice: "Ti ha chiamato M., ha urgenza di parlarti." M. è un mio carissimo amico che la vita ha particolarmente provato per tanti motivi, da sempre ferocemente e orgogliosamente anticlericale. Ho sempre avuto cari amici che per il comune sentire non avrei dovuto avere e mi sono spesso baruffato con coloro con i quali "dovevo" andar d'accordo. E' la mia vita.
"Pronto M. che c'é?" "Stefano, non ti preoccupare... non è successo niente e non ho assolutamente intenzione di convertirmi ma ci tenevo a farti sapere che oggi, per la prima volta in vita mia, ho sentito l'Angelus del Papa. A me questo papa Francesco mi garba un monte..."
In questi giorni, pregando, mi son venute in mente due cose:
- un seminarista - oggi prete - che anni fa mi disse: "Stefano non c'è niente da fare... la Chiesa forse povera non riuscirà mai ad esserlo, ma almeno comunicare di essere dalla parte dei poveri dovrebbe essere per lei un dovere..."
- le parole di don Tonino Bello che affermava che la Chiesa doveva passare dai segni del potere al potere dei segni.
Amen.
Stefano Dommi
Scandicci (Firenze)